Antonio Cassi Ramelli
L'eclettismo della ragione
dal 20 settembre al 16 ottobre 2005
dal 20 settembre al 16 ottobre 2005
Descrizione
Inaugura a Palazzo della Ragione la mostra che ripercorre attraverso l'opera dell'architetto Antonio Cassi Ramelli l'immagine di Milano nel dopoguerra e prosegue il dibattito sul Novecento lombardo e la forma urbis della città. Energia elettrica, telefono, automobili, fibre sintetiche, ovvero AEM, Stipel, Alfa Romeo, Snia Viscosa e, naturalmente, Fiera di Milano. Simboli della modernità che avanza. Centrali e stabilimenti da distribuire ai margini. Prestigiose sedi di rappresentanza da inserire nel tessuto storico. Spazi inediti da progettare, come i neonati posti telefonici pubblici e i primi autosaloni. Chiese e quartieri popolari da costruire in periferia, strade del centro da animare con le vetrine scintillanti dei negozi, vie e viali ancora da tracciare per affacciarvi i condomini. È la Milano dell'industria, del commercio e dell'incipiente terziario, dell'Ina Casa e della speculazione immobiliare. Dei teatri che si rinnovano e dei nuovi luoghi dell'intrattenimento e della socializzazione, dai cinema alle tea rooms, la Milano che va in vacanza sul lago e in montagna e inaugura il culto del week end, quella che l'architetto è chiamato a interpretare a cavallo della seconda guerra mondiale. Boom economico e boom edilizio si sovrappongono presto alla pur febbrile ricostruzione urbana imposta dai devastanti eventi bellici che avevano interrotto la stagione dei concorsi pubblici e dell'architettura sociale. Cassi Ramelli partecipa in gioventù alla felice esperienza milanese del dibattito sul rinnovamento dell'architettura italiana, intraprendendo tuttavia, precocemente, un cammino personale, alla ricerca di una modernità autonoma e alternativa all'assolutismo della declinazione italiana del razionalismo. Incontrando nel dopoguerra le istanze di moderato e misurato aggiornamento di importanti esponenti della industriosa borghesia imprenditoriale della città, ne diviene il progettista di fiducia. Poliedrico ed eclettico, ne rappresenta l'opzione per la continuità e la concreta fiducia nel progresso, ormai venata di consumismo, coniando un linguaggio sincretico, moderno e razionale, nel quale convivono contaminazioni e riemergono citazioni dall'antico. Introducendovi talora un precoce e creativo recupero di proporzioni ed elementi classici, con sorprendente anticipazione sulla sensibilità postmoderna. Pochi milanesi conoscono oggi Cassi Ramelli, eppure, silenziose e rispettose, le sue equilibrate architetture abitano la città. La ricostruzione critica della sua opera, nel centenario della nascita, è un'occasione per riscoprirle.