di Dalia Gallico

Alessandro Papetti

Il ciclo del tempo

Alessandro Papetti

Il ciclo del tempo

dal 3 Settembre al 20 Settembre 2009

dal 3 Settembre al 20 Settembre 2009

PALAZZO REALE - Piazza Duomo, 12 - 20122 Milano

Descrizione

Dal 3 al 20 settembre 2009 il cortile di Palazzo Reale a Milano, accoglierà una sorprendente opera di Alessandro Papetti, uno tra i più noti esponenti della scena pittorica italiana, con alle spalle la partecipazione a molte rassegne pubbliche in Italia e una foltissima rassegna di esposizioni e di riconoscimenti anche all’estero. L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Italian Factory, è la prima di un progetto che prevede di collegare le mostre di arte antica e moderna con le sensibilità di un artista contemporaneo.
In questo caso la mostra di Papetti dialoga idealmente con Monet. Il tempo delle ninfee, allestita al primo piano del Palazzo, fino al 27 settembre. «Immaginiamo il tempo e immergiamoci in esso. Il tempo è come un cerchio di cui noi siamo un punto in movimento. Ma questo cerchio si avvolge intorno a noi assumendo la forma, e forse la forza, di una spirale – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory – si finisce così per essere assorbiti dal colore. Continua la contaminazione tra antico, moderno e contemporaneo che caratterizza il nuovo corso della cultura a Milano».
L’installazione è formata da tre immensi “ambienti pittorici” di forma circolare (del diametro interno di 8 metri ciascuno), nei quali il visitatore potrà entrare, immergendosi fisicamente all’interno dello spazio pittorico e lasciandosi trasportare dalla forza espressiva del colore e del segno, quasi egli stesso diventasse parte integrante dei singoli dipinti. In questo modo la distanza tra fruitore e opera d’arte sembra quasi venire annullata, in un caleidoscopico gioco di specchi, di citazioni e di riferimenti incrociati, che permettono al visitatore di riallacciare, istintivamente, i fili interrotti tra la grande tradizione della pittura moderna europea – di cui la forza espressiva di Monet rappresenta uno dei momenti più alti – e la scuola delle avanguardie del primo e del secondo Novecento. In particolare, in rapporto ai molti tentativi di sperimentazione sul complesso rapporto tra opera d’arte e spazio abitabile, tra paesaggio esterno e paesaggio interiore (dagli ambienti spaziali di Fontana, alle espressioni di Land Art, fino ai labirinti di Richard Serra), questo nuovo lavoro dell’artista milanese si configura in qualche modo – pur utilizzando i mezzi propri della migliore tradizione pittorica – come un’ideale rivisitazione. «L’idea di questo ciclo di dipinti circolari», dice Alessandro Papetti, «nasce alcuni anni fa da un’esigenza particolare, quella di ripensare e di approfondire non solo la mia ricerca pittorica, ma la mia posizione e il mio atteggiamento nei confronti della stessa pittura. Questo ha significato mettere in discussione la certezza della consuetudine del ‘fare’, così come l’abitudine a uno spazio pittorico definito o al modo di affrontare il dipinto.
Da tutto questo è nata l’urgenza di trovarsi in una situazione meno convenzionale, ma dentro di essa, in uno spazio che potesse dilatare i suoi confini al punto da farmi sentire al centro di una differente quanto insolita situazione spazio-temporale. Uno spazio circolare come spazio pittorico differente, alternativo a quello tradizionale, dove, almeno concettualmente, non ci sia né un inizio né una fine, e dove il gesto pittorico possa rappresentare l’inizio del quadro ma, allo stesso tempo, anche la sua fine. Non sapere dove iniziare, né in quale direzione procedere, è una possibilità. Chiudersi all’interno del cerchio, e non più fuori dal dipinto».
Le tre grandi opere esposte, alle quali Alessandro Papetti ha lavorato per oltre un anno, sono esposte all’interno di una grande tensostruttura (realizzando, così, una vecchia idea a cui l’artista pensava da una decina d’anni) e affrontano tre tematiche differenti: l’acqua, l’aria, il bosco. Il tema dell’acqua – che ha suggerito il collegamento di questa iniziativa con la mostra di Monet. Il tempo delle ninfee, – si riallaccia in maniera naturale alla serie che l’artista ha iniziato fin dal 1998, con quadri incentrati sull’idea del bagno di notte e con le grandi, suggestive piscine che ha esposto in numerose occasioni: quadri nei quali l’acqua, notturna o diurna, diventa un mezzo di straniamento, catapultando lo spettatore in una dimensione che non sembra più far parte del reale in senso stretto, ma piuttosto dei territori dell’inconscio e della memoria, della paura e del buio interiore. Allo stesso modo, il periodico succedersi dei tronchi degli alberi nell’opera ispirata al bosco sembra voler rompere gli schemi naturalistici del paesaggio tradizionale, mentre nel quadro ispirato al tema dell’aria lo stesso gesto pittorico, con la sua vibrante forza dinamica e la sua carica di energia, sembra diventare il vero protagonista dell’opera.
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Gallery

Le immagini più rappresentative dell'esposizione