Caravaggio e l'Europa
da Caravaggio a Mattia Preti
dal 15 ottobre 2005 al 6 febbraio 2006
dal 15 ottobre 2005 al 6 febbraio 2006
Descrizione
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del terzo centenario della morte di Mattia Preti è realizzata dal Comune di Milano con la partecipazione della Regione Lombardia e dal Liechtenstein Museum di Vienna. Caravaggio e l'Europa si annuncia come la più completa rassegna dedicata al movimento caravaggesco e ha come sua naturale sede Palazzo Reale a Milano, facendo seguito, dopo oltre mezzo secolo, alla storica mostra milanese di Roberto Longhi del 1951. Con questo grande evento si concludono decenni di studi, ricerche, approfondimenti, contributi, documentazioni e nuovi ritrovamenti che configurano in maniera articolata ed esauriente la suggestiva e rivoluzionaria apparizione del grande maestro lombardo e di quella folta schiera di artisti che furono influenzati dal suo drammatico genio. La mostra farà quindi tappa al Liechtenstein Museum di Vienna che la ospiterà nelle sue splendide sale, recentemente restaurate e riaperte al pubblico. Grazie a un comitato scientifico presieduto da Vittorio Sgarbi e di cui fanno parte eminenti studiosi internazionali (Sergio Benedetti, Luigi Spezzaferro, Caterina Bon di Valsassina, Mina Gregori, Liesbeth M. Helmus, David Jaffé, Johann Kraftner, Wolfgang Prohaska, Nicola Spinosa, Claudio Strinati, Rossella Vodret) e alla partecipazione dei principali enti museali d'Europa, la mostra si configura come una grande manifestazione a carattere europeo con circa cento cinquanta opere selezionate in modo da fornire un quadro, il più completo possibile, delle complesse vicende che caratterizzarono il panorama artistico romano all'inizio del Seicento. Caravaggio e l'Europa prende in esame quello che può essere considerato un momento cruciale della pittura in Italia. Un periodo che nasce negli ultimi anni del XVI secolo in una Roma ancora in crisi per il traumatico scisma luterano e che si sviluppa con sempre maggiore vigore, attraverso il pontificati di Clemente VIII Aldobrandini, Paolo V Borghese Gregorio XIV Boncompagni e Urbano VIII Barberini; dagli avvenimenti accaduti in questi ani è dipeso gran parte dello sviluppo delle correnti artistiche europee fino alla fine del XVII secolo. I primi anni sono segnati dal confronto serrato e diretto tra due giganti della pittura italiana: il bolognese Annibale Carracci, capo indiscusso della pittura classicista, e il lombardo Caravaggio, creatore di una nuova suggestiva rappresentazione della realtà che non sembra inadeguato definire rivoluzionaria. Le stimolanti basi gettate dai due maestri (scomparsi a un anno esatto l'uno dall'alt! il 15 luglio 1609 Annibale, il 18 luglio del 1610 Caravaggio) furono raccolte e sviluppate sia da quanti seguirono il drammatico naturalismo di Caravaggio sia dai pittori classicisti bolognesi che avevano seguito Annibale nella città papale. Le due correnti dominarono il panorama artistico romano del secondo decennio, continuamente modificate e arricchite non solo da frequenti influssi: e intrecci reciproci, ma anche da intensi scambi coi numerosi pittori toscani, emiliani, genovesi, lombardi e, soprattutto, stranieri (francesi, olandesi e spagnoli presenti a Roma in quel periodo. Di cruciale interesse è l'esuberante schiera di artisti europei, attirati a Roma non solo dalle prestigiose committenze papali e da quelle delle grandi famiglie romane che in quegli anni andavano formando le loro collezioni ma anche dalla fama della nuova maniera caravaggesca che, con fulminea rapidità, in pochi anni si era diffusa in tutta Europa. Lo studio di questo particolare fenomeno artistico che può essere considerato il primo a carattere veramente europeo, non è stato ancora affrontato con sufficiente approfondimento e la presentazione in mostra di tanti dipinti, tra loro coevi, che riflettono le varie tendenze, costituisce un' occasione unica per la piena comprensione di questo particolare momento creativo. Tornati nei loro paesi d'origine tra la fine degli anni dieci e gli inizi degli anni venti, gli artisti europei fecondarono, con la fondamentale esperienza romana, le istanze artistiche locali, dando luogo a esiti straordinari, basti pensare a Rembrandt e a de La Tour. La mostra, che rappresenta la più completa rassegna mai dedicata al caravaggismo, ha un rilevante valore scientifico, analizzando dettagliatamente l'intero panorama artistico e inoltrandosi anche nell' esame della ritrattistica caravaggesca, con numerosi capolavori del maestro lombardo, archetipi e ispiratori per decine di importanti pittori italiani e stranieri che, a Roma, apprezzarono e subirono la sua influenza e che sono presenti in mostra con i loro dipinti più rappresentativi. La mostra prevede, inoltre, l'allestimento di una sezione dedicata ai quesiti e ai problemi caravaggeschi con l'inserimento di opere di artisti sconosciuti e raccolti sotto pseudonimi che potranno essere oggetto di una più accurata indagine e di una più approfondita riflessione. Alcune sale saranno destinate a una sezione documentaria di confronto tra la mostra longhiana del 1951 e la presente, sottolineando anche l'attenzione ormai storica delle esposizioni milanesi, e in particolare a Palazzo Reale, sui fatti caravaggeschi e a conferma dell'impegno profuso per offrire alla conoscenza degli studiosi e del gran pubblico eventi di grandissimo valore culturale e mediatico. La mostra è articolata in sei sezioni principali. ... continua a leggere