Alessandro Bazan
dal 13 dicembre 2005 al 8 gennaio 2006
dal 13 dicembre 2005 al 8 gennaio 2006
Descrizione
Se non esistesse il futuro non saremmo sedotti dal passato. Probabilmente se non esistesse la pittura non ameremmo neanche l'arte. Le dichiarazioni sulla sua fine da anni si altemano a ritorni e trionfi, ma in effetti non vi sono periodi in cui la giovane arte non abbia dedicato alla pittura le sue sperimentazioni e, ancora oggi, i giovani artisti, i collezionisti, le fiere, le aste... sembrano disposti a tutto tranne che a rinunciare all'antica disciplina. Dipingere è dunque un'attività del presente dell'arte, ma per consuetudine siamo abituati a relegarla al passato. Così succede spesso che si continui a considerare il lavoro di un artista secondo canoni in voga nel periodo in cui ha cominciato a lavorare e non si guarda al percorso che l'artista ha compiuto nell'arco della sua carriera come se fosse un suo problema l'etichetta che altri gli hanno 'cucito addosso. Il percorso dell'artista italiano dopo i primi consensi, sembra debba necessariamente diventare un percorso ad ostacoli determinato più dai luoghi comuni promossi da un sistema incerto che dalle realistiche difficoltà che qualsiasi attività creativa comporta. Anche nel caso di Bazan a volte leggiamo commenti che sottintendono una dimensione tipica della figurazione degli anni ottanta. Lo stesso artista, schivo e orgoglioso di una condizione quotidiana indissolubilmente legata al suo ambiente, non aiuta a liberarsi dei luoghi comuni lasciando - anzi - che la sua pittura coltivi delle ambiguità che potrebbero facilitare cattive interpretazioni (vedi ad esempio l'innegabile narratività della sua pittura che motiva interpretazioni facili bloccando alla nascita ulteriori indagini). L'artista non aiuta, è vero, ma quando mai lo ha fatto. Bisogna aspettarsi che un artista ci spieghi il proprio lavoro o piuttosto che sia quest'ultimo a dichiararsi? Bazan poi è uno all'antica, non cederebbe mai ad una moda temporanea per ravvivare la propria immagine. Non lo sentirete mai parlare di installazione pittorica (alla maniera di...), né vedrete mai un suo video di famiglia vicino ai suoi quadri. Sì, Bazan è uno all'antica, ma se ci sarà futuro per la pittura lo ritroveremo in prima fila come uno dei suoi complici più fedeli.
Gianni Romano, curatore della mostra.