Frozen
A retrospective by Albert Watson
dal 28 settembre al 24 ottobre 2004
dal 28 settembre al 24 ottobre 2004
ROTONDA DI VIA BESANA - Via Enrico Besana, 12 - 20122 Milano
Descrizione
Di certo c'è il sogno, atmosfera ovattata surreale e fiabesca. L'incanto di una location (quasi) irriconoscibile e di una serie di invitati doc: del resto è la Settimana della Moda, a Milano. Non un evento qualsiasi, ma l'evento. Naturale che una Rotonda della Besana così non si fosse mai vista. Senza nulla togliere al grande talento di Albert Watson, la cui statura artistica è ovviamente indiscussa, l'organizzazione ha fatto di tutto per distogliere l'attenzione di un pubblico dall'esposizione fotografica, tra comparsate d'effetto e scenografia etno-chic.
Chiunque conosca lo splendido spazio può immaginare come l'effetto di 365 stampe fotografiche di grandi dimensioni, non potesse che essere di sfarzo e voluttà assoluti. Imperativo: stupire.
Gli ambienti più piacevoli si sono rivelati i piccoli corridoi ricavati grazie a pannelli mobili, sui quali le grandi stampe della serie Maroc (1998), disposti in modo pulito ed ordinato, vibravano di tutto il loro pathos. Questi sguardi fieri, gli occhi lucidi e profondi, cozzano aspramente con le immagini forti scattate a Las Vegas (la cui pubblicazione in catalogo è prevista per il prossimo anno), dove il colore esplode in nudi di sapore fetish e in paesaggi da squallida periferia del Nevada. E poi una carrellata completa e ridondante di fashion photo, dai patinati scatti ad uso pubblicitario ai ritratti hoolywoodiani di stars, del cui glamour Watson è l'incontrastato ed osannato mentore.
Come dire: inferno e paradiso mischiati. Impossibile riconoscere l'uno e l'altro. Nei volti del popolo marocchino o in quelli di star stanche di impersonare se stesse? Nelle inquietanti scimmie mascherate o nelle labbra rosse e carnose della dominatrice e modella Breunna Rizzuto, immortalata in numerosi scatti ed inguainata all'inaugurazione in un improbabile latex nero da capo a piedi, sorta di demone erotico.
In continui e disordinati gironi danteschi si affacciano dalle pareti volti di detenuti del carcere Angola di Baton Rouge, Louisiana (dalla raccolta Cyclops); attori e modelle, spogliarelliste a Las Vegas e nomadi marocchini; Johnny Depp di fronte al ritratto del Re del Marocco Sua Maestà Mohammed VI.
Tanti personaggi in cerca d'autore, ognuno con l'ansia di interpretare un ruolo, il proprio, e di attirare l'attenzione, di catturare lo sguardo del pubblico per un attimo, e poi via, verso altri personaggi ed altre storie.
L'impressione di essere di fronte ad un microcosmo, un mondo in miniatura, colpisce forte. Watson offre su un piatto d'argento un mondo che si mette in mostra, che si rivela inesorabilmente allo sguardo dell'obiettivo in tutta la sua complessa fragilità. Quasi un'antologia di Spoon River in immagini, questa, non di minor intensità e tristezza.
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